La Storia fino ad oggi e perché.

 

 

Tutto ebbe inizio alla fine del 1400 quando Ludovico il Moro realizzò il "suo quartiere".

La città era in suo possesso e si ritagliò una parte privata del Monopoli dove alloggiare la sua corte.

Palazzi di cavalieri, diplomatici, cortigiani, scudieri ed amici.

Un esempio dell'ospitalità rinascimentale è la residenza donata a Lorenzo il Magnifico sempre in Corso Magenta.

 

Infine fece realizzare molti giardini: pace e silenzio per "scappare" dal Castello e trovare qui ristoro. 

 

Leggende parlano di tunnel sotterranei per lasciare inosservati le stanze del Castello Sforzesco e giungere fino ai Palazzi del quartiere..

 

Nomi di Vie divertenti ed evocativi come Via delle Oche e delle Ochette, alcune ancora esistenti come Via San Vittore, altre hanno semplicemente cambiato nome in Via Matteo Bandello e Via Zenale. Le oche non erano pennuti, ma l'appellativo delle Monache Orsoline del Convento di Santa Lucia di Porta Vercellina soppresso nel 1770.

 

Prima del 1865, Corso Magenta si chiamava Borgo delle Grazie ed il nostro palazzo era al numero 2671 davanti al monastero delle suore Benedettine di Santa Maria della Stella, poi - dal 1600 - scuola e opera di accoglienza delle orfanelle (le “stelline”) per volere di San Carlo Borromeo.

 

La Basilica di Santa Maria delle Grazie fu la gemma del quartiere ideale del Signore di Milano. 

Scelta geniale chiamare Leonardo da Vinci e Brunelleschi per raffigurare il Cenacolo e per l'architettura della Basilica. 

 

Il nostro Palazzo fu successivamente ricostruito sulle fondamenta di fine 1400 rinascendo alla fine del 1700 sotto la famiglia Pecchio (de Pecchi) giunti dalla Toscana a Milano. 

L'origine è testimoniata nei gigli dei graffiti nell'androne e dallo stemma marmoreo nobiliare affisso nella parte sinistra in mezzo alle porte.

 

Nel 1931 il Palazzo è stato acquistato dalla nostra famiglia dopo essere stati espropriati da Via San Vittore al teatro per realizzare il Palazzo della Borsa-Mezzanotte.

 

Durante la seconda guerra mondiale la parte orientale del Palazzo è stata abbattuta da una bomba e la parte frontale è bruciata a causa di una bomba incendiaria. 

La parte occidentale è rimasta intatta ed è uno dei pochi esempi settecenteschi ancora integri nella zona che è stata praticamente rasa al suolo come anche la Basilica di Santa Maria Delle Grazie ad eccezione del Cenacolo.

 

Il palazzo ha anche ospitato artisti del calibro di Fausto Melotti che ha vissuto in un appartamento del terzo piano e lavorato nel suo studio al pian terreno.